Il grave incendio che ha colpito di recente il porto di Medulin pone l’attenzione sul problema della prevenzione degli incendi nei porti e marina turistici. Ecco quali misure adottare, i professionisti coinvolti e i mezzi navali all’avanguardia.
Il tema del rischio di incendi dei porti torna alla ribalta. Nel pomeriggio del 15 maggio 2024 un violento incendio si è sviluppato nel porto turistico di Medulin, città costiera del Nord della Croazia che si trova nella penisola istriana al confine tra Pola e Liznjan. Le fiamme hanno distrutto 22 barche ormeggiate nel marina e provocato ingenti danni, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. L’allarme è scattato alle ore 15,54 e subito sul posto sono intervenuti gli operatori dei Vigili del Fuoco supportati dall’Autorità Portuale di Pola e dalla stessa Polizia istriana.
Impressionanti le immagini e i video del rogo che subito hanno fatto il giro del mondo e che mostrano le barche nel porto che bruciavano in un’ondata di fiamme. I media locali hanno riportato che alcuni armatori presenti in quel momento a bordo si sono tuffati in mare per fuggire all’incendio. Intanto i Vigili del Fuoco si affrettavano a domare il rogo e portare al largo le barche non ancora intaccate dalle fiamme.
Sono 22 gli yachts distrutti nell’incendio di Medulin
Sono servite diverse ore per domare l’incendio. Gli operatori dell’Autorità portuale hanno anche eretto delle barriere assorbenti in acqua per contenere qualsiasi danno ambientale provocato dai relitti, in particolare la fuoriuscita di olii e carburante. Al momento non sono ancora note le cause dell’incidente e sono in corso indagini per appurare cosa possa avere sviluppato il principio di incendio.
Il marina di Medulin è una struttura molto nota ai diportisti in quella parte di Croazia. Dispone di 85 ormeggi per barche a vela e a motore fino a 20 metri ed è dotata di un sistema di video sorveglianza h24. Proprio in base alle immagini registrate dalle telecamere le forze dell’ordine potrebbero ricostruire cosa è esattamente successo.
Rischio incendi nei porti: un problema sottovalutato
Il grave incidente che ha interessato il marina croato di Medulin, pone ancora una volta l’accento sul problema della prevenzione ed estinzione degli incendi nei porti turistici. Strutture ad alto rischio per simili eventi che spesso non offrono sistemi di sicurezza adeguati. Il pericolo maggiore per lo sviluppo di incendi nei porti e nelle marine deriva proprio dalle barche ormeggiate, a bordo delle quali si possono innescare fiamme a causa di guasti elettrici e fughe di gas. Rischio accentuato dal fatto che gli ormeggi di solito si trovano a distanza molto ravvicinata. Inoltre, le fiamme sprigionate da uno yacht, complice il vento, possono propagarsi molto rapidamente alle barche vicine.
I rischi per il propagarsi di incendi nei porti sono presenti in prossimità dei distributori di carburante, così come dentro cantieri, rimessaggi e officine, compresi gli annessi depositi di materiali combustibili e infiammabili.
Misure antincendio in porto e a bordo degli yachts
Per tale ragione ogni porto dovrebbe per legge predisporre un apposito piano di emergenza antincendio. Questo comprende sistemi di rivelazione delle fiamme, nonché attrezzature deterrenti sia fisse (idranti) che mobili (estintori), dimensionate secondo la tipologia di imbarcazioni presenti nella struttura. Tale piano antincendio andrebbe peraltro verificato con periodiche esercitazioni e ispezioni volte a indirizzare un continuo miglioramento e adeguamento dello stesso.
Stessa attenzione verso i rischi di incendio va incentivata a bordo di barche e yachts. La normativa impone agli armatori una serie di dotazioni specifiche secondo le dimensioni della barca. In particolare vanno installati 3 tipologie di estintori. Innanzitutto i modelli a polvere che grazie a speciali composti chimici riescono a spegnere le fiamme soffocandole, cioè eliminando l’ossigeno che le alimenta. Poi gli estintori a schiuma e infine gli estintori a CO2 ideali per spegnere incendi che si innescano sugli impianti elettrici di bordo. Oltre a imbarcare tali dotazioni e controllarne periodicamente l’affidabilità e la manutenzione, tra i compiti di uno skipper c’è quello di istruire l’equipaggio sulla collocazione dei dispositivi antincendio a bordo e addestrarlo sul loro funzionamento. Nonché redarguire e impedire ogni comportamento incauto e pericoloso durante la normale vita di bordo.
Il ruolo fondamentale dei Vigili del Fuoco
Nella difficile operazione di domare un eventuale incendio in un porto o in una marina turistica è fondamentale il lavoro dei Vigili del Fuoco. Personale qualificato ed efficacemente addestrato per operare in emergenza e contenere al meglio i danni a persone, yachts, strutture portuali e soprattutto all’ambiente marino.
Le difficoltà incontrate da questi professionisti quando le fiamme si sviluppano all’interno di un porto sono date in particolare dal materiale stesso con cui sono costruite le barche, ossia la vetroresina, altamente infiammabile e tossico, e da tutti gli allestimenti interni, compresi serbatoi di carburante, impianti elettrici e dotazioni di bordo. Un’altra difficoltà per i Vigili è quella di raggiungere con tempestività pontili e ormeggi, dove le barche sono ormeggiate una accanto all’altra. Gli spazi di movimento sono ridotti e sono presenti ostacoli vari (bitte, colonnine dei servizi, carrelli, etc.).
Le dotazioni a terra e in acqua dei professionisti antincendio
Oltre a una dotazione standard di mezzi a terra, come autobotti, idranti e altri strumenti di contenimento delle fiamme, i Vigili del Fuoco possono contare su una flotta di mezzi navali professionali, tutti con costruzione certificata dal RINA (Registro Italiano Navale), classificati per la navigazione nazionale ed equipaggiati per affrontare qualsiasi emergenza.
In queste speciali imbarcazioni i potenti motori vengono utilizzati per la propulsione, ma anche per il funzionamento delle pompe antincendio presenti a bordo, consentendo il contrasto di incendi di navi e yachts con getti di acqua o schiuma sia con tubazioni e lance mobili, sia con lance a cannoncino orientabili fissate sulla coperta delle stesse.
I mezzi navali antincendio di Stem Marine
Nel panorama dei cantieri che forniscono i mezzi navali ai Vigili del Fuoco di tutto il mondo si distingue Stem Marine, azienda di Medesano (Parma) con una trentennale esperienza nella costruzione di imbarcazioni da lavoro professionali per la lotta antincendio e il soccorso. I suoi mezzi navali, costruiti a mano e curati in ogni dettaglio, offrono grandi prestazioni e sono equipaggiati con la migliore tecnologia in modo da renderli veri centri operativi in mare.
Attualmente il catalogo dei mezzi navali antincendio di Stem Marine conta 3 modelli standard. Tutti i modelli sono certificati secondo i rigorosi standard internazionali che si distinguono per lunghezza, tipo di propulsione e allestimento. Oltre alla possibile personalizzazione, che è uno dei punti di forza del cantiere italiano.
Tre modelli da 7,50 ai 12 metri agili, solidi e ben equipaggiati
Nella fascia dei 12 metri c’è lo Stem 12 Fire/Rescue. Un battello cabinato multifunzione costruito con resina vinilestere e rinforzi in Kevlar che può essere dotato di propulsione diesel o a idrogetto. Tra gli allestimenti standard, spicca la timoneria idraulica, i doppi comandi bi-leva, la massiccia bitta da lavoro a prua e i golfari di sollevamento e traino. È equipaggiato inoltre con un gruppo pompa antincendio diesel da 4800 l/min – 10 bar.
Nella fascia dei 10 metri c’è invece lo Stem 10. È un battello open multifunzione a elevate prestazioni concepito per le manovre di emergenza in bassi fondali. Veloce e molto maneggevole nelle virate e rotazioni, vanta un peso di 5,2 tonnellate e ha la carena costruita in vetroresina e Kevlar, mentre i tubolari pneumatici con sezione a “D” sono schiumati e ad alta resistenza. Anche questo è equipaggiato con un gruppo pompa antincendio diesel da 4800 l/min – 10 bar.
Infine per la categoria natanti c’è il Rescue 750 Jet, un battello open a idrogetto lungo 7,50 metri. Può imbarcare fino a 9 persone e ha una carena in vetroresina stampata in fusione sottovuoto che galleggia anche quando i tubolari sono completamente sgonfi. La coperta è autovuotante e particolarmente funzionali sono l’hard-top sempre in vetroresina supportato da una struttura in acciaio inox e completo di fari di prua, nonché la plancetta di poppa in acciaio marino dotata di scaletta di risalita. È equipaggiato infine con pompa da 1300 l/min – 10 bar
Insomma, la prevenzione e la lotta antincendio in mare come nei porti non può prescindere da una normativa adeguata, professionisti addestrati e ben equipaggiati. Non deve mancare, inoltre, un approccio rigoroso e consapevole da parte di operatori e diportisti. Ne va della nostra sicurezza, e non da meno, della salute del mare.